Corriere Del Mezzogiorno Napoli

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UN VIAGGIO NELLA MENTE E NELLO SPIRITO DELL’UOMO MODERNO

Venuti:nel mio disco la fine (politica) dell’Occidente

L’artista presenta oggi alla Feltrinelli  di Napoli il suo nuovo lavoro

 

NAPOLI – «Il tramonto dell’Occidente è un vero e proprio viaggio nella mente e nello spirito dell’uomo moderno». Mario Venuti con queste parole illustra il suo nuovo cd che questo pomeriggio alle ore 18 presenterà con uno show case a La Feltrinelli di piazza dei Martiri, a Napoli.
Anticipato in radio dal primo singolo «Ventre della città», l’album «Il tramonto dell’Occidente» (Microclima-Musica Suoni/Believe Digital), che arriva a oltre due anni dal precedente «L’ultimo romantico», è stato interamente scritto e musicato dallo stesso Venuti con Francesco Bianconi dei Baustelle e Kaballà.

L’ONDA LUNGA DELLA CRISI – Oltre a loro, il disco contiene anche altri ospiti illustri: Franco Battiato, Alice, Giusy Ferreri e Nicolò Carnesi. «Il cd contiene una serie di canzoni – ha spiegato l’artista siracusano, ex Denovo – che si muovono sull’onda lunga della crisi. Con possibili vie di uscita. Un viaggio dal tramonto delle nostre vecchie illusioni all’alba di una nuova consapevolezza. Nessun catastrofismo, anzi nuovi stimoli per ripensare il nostro modo di vivere e i nostri valori».
«Il tramonto dell’Occidente racchiude undici brani dal sound immediato in cui – aggiunge Venuti – spiccano atmosfere siciliane ma anche echi del mondo arabo, sonorità che strizzano l’occhio agli anni Ottanta, e che sono allo stesso tempo fortemente contemporanee, senza tralasciare la dimensione acustica».

Un lavoro questo che si apre con il brano «Tramonto» e che si chiude con la canzone «L’alba».
«Il tramonto è una fotografia realistica e dura del momento che stiamo vivendo in cui canto: nelle liste elettorali leggo nomi di maiali, gli svantaggi della libertà, piena di ruberie e volgarità ma ‘nella luce del tramonto cerco novità. ‘L’alba’ invece è vero e proprio inno alla speranza, dopo un viaggio musicale ricco di scenari desolanti, a volte impietosi, su quello che stiamo vivendo, che nasce dalla piena consapevolezza di se stessi: trascorsa dopo il tramonto la notte inquieta ci possiamo incamminare verso l’alba».

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