“Il termine romantico sembra aver perso il suo significato originario ed è diventato col tempo sinonimo di sentimentale, ma in un periodo come quello che stiamo vivendo la parola romantico dovrebbe riacquisire il suo antico significato. Romantico è chi reagisce alla razionalità con l’emotività, la fantasia e l’immaginazione.
Il romantico cerca l’infinito, il desiderio del desiderio, lo slancio verso l’Assoluto, la spinta ad oltrepassare i limiti della realtà. Il romantico insegue il sogno, la visione, la follia.
Quel sogno mi ha spinto a fare della musica la mia vita. Bello sarebbe non sentirmi più un sopravvissuto, un animale in via d’estinzione, l’ultimo romantico.” Mario Venuti
Come sempre, la voce di Mario Venuti va al di là dei generi. Si diverte a tendere tranelli all’ascoltatore, fin dai titoli delle canzoni: la Rosa Porporina è un fiore ambiguo, malandrino e bello, una dichiarazione di intenti in cui gli angeli uccidono “la tristezza in un lampo di meraviglia, trasformando tutto in forma di rosa”; Trasformazioni contrappone alle apocalissi annunciate la pulsione verso la vita e l’amore; Là ci darem la mano è un riferimento ribaltato al melodramma, in cui le figure che lottano fra richiamo dei sensi e amore puro si affastellano; nella Terra di Nessuno si abbandonano per sempre le malinconie e le aspirazioni più deteriori; il Gaudeamus diventa un inno mistico e profano, in cui il tempo che avanza non riesce a demolire la voglia di chiamarsi – e farsi chiamare – “ragazzi fino alla morte”, anche se si spengono i fuochi delle rivoluzioni giovanili e magari generazionali.
“L’amore non è quel che abbiamo, ma quello che ci manca”, come recita il primo singolo del disco (Quello che ci manca, appunto). Venuti è dichiaratamente l’ultimo romantico nel senso più profondo: evitare le apparenze, distinguere “il bello dall’inutile” fuori dal consumismo che livella tutto. Un’esigenza di andare al di là della realtà che stiamo attraversando, che avvicina l’album a ciò che l’autore (un termine da intendere nel modo più ampio possibile) ha scritto di più autobiografico, da sempre.
Non pensate però che nelle dodici nuove canzoni non ci sia lo spazio per discorsi universali o per ciò che per l’artista è stato essenziale, ossia le storie, i punti di vista, che convergono nella certezza che i Rasoi (un pezzo che è un delizioso gioiello pop) non possono eliminare del tutto il nostro pelo sullo stomaco e che si deve ancora dire Fammi il piacere (una specie di disco inferno contemporaneo) al mondo delle veline e dei presentatori senza spessore, magari, o comunque a chi si prostituisce senza ammetterlo, tutti i giorni.
A fare da sfondo a questo romanticismo a volte un po’ sognante, a volte sconsolato e altre rabbioso, una musica che vaga da un lato all’altro dell’estro di Venuti. Un privilegio dell’età, o meglio ancora, della vita che si è attraversata, è anche quello di permettersi deviazioni in chiave blues (Dna, che non a caso richiama il patto faustiano col diavolo) o rock (Non sarò io), oppure languide dissolvenze (Con qualsiasi cosa) che ribadiscono l’aspirazione al cambiamento e alla ricerca di qualcosa che lo renda possibile, senza mai tradire se stessi. Non sarò io lo dichiara senza sussiego: non si corre per arrivare primi, o per seguire gli altri. Si cambia perché l’esistenza è essenzialmente cambiamento. In questo disco la tavolozza sonora unisce orchestrazioni ariose e melodie che hanno reso Venuti celebre, in altri momenti del suo tragitto. Elettriche che cantano e riscaldano, archi che stridono appena, il pianoforte che, talvolta, raddolcisce tutto.
L’ultimo romantico non è, e non potrebbe essere, un semplice manifesto artistico: non è nello stile di chi lo ha pensato e composto. È un piccolo rimedio ai mali quotidiani, una mistura agrodolce di armonie e dissonanze, una dichiarazione esistenziale fatta da uno di cui ci si può fidare. Canzoni che puntano a non farsi dimenticare, in un’epoca che vorrebbe, a tutti i costi, consegnarci all’oblio. Gaudeamus, igitur.
TRACKS LIST
Rosa Porporina
Trasformazioni
Là ci Darem la Mano
Rasoi
Quello che ci Manca
Con qualsiasi cosa
Non sarò io
DNA
L’Ultimo Romantico
Fammi il Piacere
Gaudeamus
Terra di nessuno
CREDITS
Un progetto di Mario Venuti e Nuccio La Ferlita
Musica: Mario Venuti
Testi: Venuti- Kaballà
Tranne “Quello che ci manca” e “ Con qualsiasi cosa”: testo e musica di Mario Venuti
Edizioni Musicali: Universal Music Publishing Ricordi srl – Microclima – EMI Music Publishing Italia SRL – Musica e Suoni
Produzione artistica: Roberto Vernetti e Mario Venuti
Assistente alla produzione: Cristian Milani
Arrangiamenti: Mario Venuti e Arancia Sonora
Produzione Esecutiva: Microclima e Musica e Suoni
Supervisione e coordinamento generale: Alessandra Nalon
Registrato da Settembre ad Ottobre 2011 al TRP Studio di Tremestieri Etneo (Catania) da Cristian Milani e Riccardo Samperi.
Assistente di studio Matteo Amantia
Mixato da Roberto Vernetti e Cristian Milani al “SOLO Studio” Vercelli
Mastering: Antonio Baglio (Studio Nautilus , Milano)
Hanno suonato:
Mario Venuti: Voci. Chitarra acustica,
chitarra elettrica in “Fammi il piacere”,“ DNA” ( solo).
Pianoforte ne “ L’ultimo romantico” , “DNA” e “Terra di nessuno”.
Arancia Sonora: Franco Barresi: Batteria, tablas in “Rosa Porporina”, tambourine.
Vincenzo Virgillito: Basso elettrico, contrabbasso in “Gaudeamus”
Tony Canto: Chitarre elettriche.
Chitarra classica in “ Gaudeamus”
Tony Brundo: pianoforte e tastiere
Massimo Greco: cori in “ Trasformazioni”, “ Rasoi”, “ Con qualsiasi cosa”, “ DNA”,” Non sarò io”
Coro classico in “ Gaudeamus”: Doulce Memoire
Direttrice: Bruna D’Amico
Arrangiamento e direzione coro: Tony Brundo
Soprani: Sarah Borinato, Federica Di Marco, Nancy Lauzza, Maria Fernanda Plumari, Federica Verdemare, Laura Leontini ed Elina Zuccarello
Contralti: Bruna D’Amico, Grazia Malatino, Alessandra Teresa Mirabella
Tenori: Salvo Bonfiglio, Gionathan Grasso, Salvo Rosa, Gerry Lanzafame e Dodo Costa
Bassi: Tony Sapio, Andrea Tartaglia
Registrato alla Cappella Bonaiuto da Riccardo Samperi
Assistente: Giovanni Marchese
Archi scritti e diretti da Tony Brundo
Orchestra d’archi EDODEA Ensemble di Edoardo De Angelis, Gianmaria Bellisario, Costanza Scanavini,Valerio D’Ercole , Marcello Iaconetti, Davide Alogna.
Viole: Emilio Eria,David Arienti
Violoncelli: Alexander Zoumbrowsky, Claudio Giacomazzi
Contrabbasso: Massimo Clavenna
Quartetto d’archi in “ Gaudeamus”:
I violino: Edoardo De Angelis, II violino: ValerioD’Ercole , viola: Emilio Eria, violoncello: Alexander Zoumbrowsky
Registrati alle Officine Meccaniche Recording di Milano da Giuseppe Salvadori assistente di studio Jacopo Dorici
Pianoforti forniti dalla ditta Contino (Catania)